Altri luoghi da visitare

MILIZIA TRADIZIONALE DI BANNIO

La chiesa di Santa Marta 

La chiesa di Santa Marta, riconducibile al XVII secolo, è oggi chiusa e sconsacrata. Fu ricostruita nel 1737 e vi officiavano i confratelli disciplinati di Santa Marta e successivamente gli aggregati della SS. Trinità.

 

Oggi giorno viene utilizzata per l’allestimento di mostre come per l’importante evento dedicato al Centenario del gruppo Alpini di Bannio (2020-2021) e ospita ora la mostra dedicata alla Milizia Tradizionale di Bannio, in occasione del quarto centenario di quest’ultima.

Chiesa di Santa Maria Annunziata

Di fronte alla chiesa di San Bartolomeo sorge l’Oratorio dell’Annunziata. L’attuale edificio di culto fu sede della confraternita del Gonfalone (eretta il 6 maggio 1565); l’accresciuta importanza del sodalizio promosse, sul finire del Seicento e l’inizio del Settecento, la ricostruzione della chiesa sul sito di una precedente. Dall’antica chiesa proviene la pregevole tavola lignea del 1613 fatta realizzare dalla confraternita, come riporta il cartiglio posto alla sua base; al centro è rappresentata la Madonna inginocchiata mentre riceve l’annuncio dell’arcangelo Gabriele che emerge da una nube luminosa e aleggia la colomba dello Spirito Santo. Attorno sono posti dieci quadretti che rappresentano altrettanti misteri della vita di Maria. Di estremo interesse sono le decorazioni presenti nella chiesa e le opere d’arte qui conservate tra cui, nella volta del presbiterio, un grande affresco della Madonna del Gonfalone. Nei pressi del presbiterio sorgono due cappelle laterali: quella di destra è dedicata a San Bonaventura; la cappella di sinistra a San Giovanni Nepomuceno: di estremo interesse è la pala d’altare di quest’ultima che rappresenta il santo con l’ermellino canonicale che ascende al cielo accompagnato da alcuni angeli che portano i segni del suo martirio; sullo sfondo vi è la scena del supplizio. Sulla volta della chiesa è affrescata l’Annunciazione, mentre sui muri laterali alcuni riferimenti mariani: Sant’Anna, la presentazione di Maria al tempio, la nascita di Maria e l’Immacolata. Nei pennacchi del tamburo sono affrescati il re Davide, San Giuseppe, Sant’Antonio Abate e San Giovanni Evangelista, mentre nella cupola l’Annunciazione, l’arcangelo Raffaele, l’angelo custode, Dio Padre e lo Spirito Santo con altri angeli.

Colonia Walser

 

La Valle di Bannio si trova  al confine con la Valle Strona e con la Val Sesia, in particolare con le comunità di Carcoforo e Rimella; in queste località, cosi come anche a Macugnaga, si insediarono alcune popolazioni germaniche che formarono i primi nuclei della comunità Walser. Bannio ampi flussi migratori dei quali rimangono alcune testimonianze visibili nei caratteristici edifici del nucleo più antico del Paese detto “Cimavilla”. Questi edifici hanno un basamento con muratura in pietra a secco sormontato da  una struttura lignea con travi ad incastro detto Kunkasch.

Lavatoio

 

Le vasche pubbliche, servizio indispensabile quando l’acqua non arrivava ancora a servire le abitazioni, rappresentano un angolo del passato presente in molti paesi. Il lavatoio era un tempo luogo della socialità, in particolare del mondo femminile: qui si scambiavano notizie, pensieri e forse anche qualche pettegolezzo!

 

Il lavatoio di Bannio è ristrutturato di recente ed è oggi aperto al pubblico.

Santuario di Sant’Antonio da Padova (Anzino) 

 

Il santuario di S. Antonio di Padova sorge ad Anzino, fino al 1929 comune autonomo e poi unito a Bannio da regio decreto. Nel 1668 gli emigrati anzinesi a Roma, osti e commercianti di vino che fecero fortuna, inviavano in paese la pala d’altare raffigurante i miracoli di S. Antonio di Padova (al centro la visione del bambino Gesù attorniata da altri esisodi) oggi collocata nella cappella sinistra. La tradizione narra che il quadro durante il trasporto scomparisse nelle occasioni di pericolo e al passaggio delle frontiere e che all’arrivo in paese nel gennaio del 1669 nei prati attorno ad Anzino, fiorirono i gigli del santo. Da allora Anzino è il principale Santuario di S. Antonio di Padova della diocesi di Novara e attira ogni anno numerosissimi pellegrini da Ossola, Valsesia, Cusio, Verbano e Novarese. In particolare molti arrivano a piedi attraverso le montagne lungo cammini secolari detti “cammini di S. Antonio”. La Parrocchia di Anzino fu eretta in quello che era l’oratorio di San Bernardo da Mentone il 26 luglio 1640 dal Vescovo Tonielli e la chiesa venne più volte ingrandita e arricchita dagli emigrati a Roma lungo i secoli. Il bel portico e il battistero sono del 1641, il campanile del 1677, mentre il coro fu aggiunto nel 1802.

Nella Chiesa si venerano un prezioso quadro dell’Addolorata di Domenico Fiorentini (che affrescò anche stanze del quirinale); sono presenti tele, suppellettili e preziosi paramenti sacri provenienti da Roma. All’esterno della chiesa si succedono le cappelle della Via Crucis, attribuite a seconda degli studi al Peracino o all’Orgiazzi, del 1761 e restaurate nel 1902 dal De Giorgi.